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La violenza della maternitàPer come è arrivato a me, il monologo di Chiara Francini descrive il caos di emozioni che scoppiano dentro di te al pensiero di un figlio che non arriva. Lo fa raccontando tutto quello che ti passa per la mente, anche i pensieri brutti…
Ci si divide su quel passaggio, “la gente incinta è violenta”. Ma quel “violenta” è intrinseco a un’emozione che subisci irrazionalmente. Ammettere che in quel momento la vivi come una violenza non si può dire, non si può raccontare. Non è un monologo su come si vive la non maternità, è un monologo su come lei la sta vivendo, senza filtri.
Poi magari c’e chi quella “violenza” non l’ha mai subita, ma quante volte anche noi mamme, papà, zie, nonni, amici, chiunque, ha pensieri, sensazioni verso l’altro che non può dire, che non è giusto dire, perché sai che è sbagliato, perché sai che puoi ferire a tua volta. Ma il fatto che sia sbagliato non significa che non esista.
E poi quel passaggio, sul sentirsi una donna di m***. Non conta quanta emancipazione ci sia, quel sentirsi inadeguata è dentro di noi tutte a prescindere. È il risultato di anni, secoli in cui la donna ha dovuto rispondere a un ruolo già definito da altri, non conta se quel ruolo non le piace.
Qualcosa sta cambiando, e se cambia è anche grazie a questi spazi di riflessione.
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